La Monarchia delle Banane

"Il pubblico è un bambino di undici anni, neppure tanto intelligente". S.B.

Polverini e lo sdoganamento del tumore in politica

In principio fu l’accusa di Enzo Foschi del PD su un presunto ricovero dorato del governatore del Lazio Renata Polverini presso l’ospedale Sant’Andrea. Apriti cielo: in una regione dove la Sanità pubblica è  sotto accusa e piena di debiti da anni, dove capita di prenotare controlli di medicina preventiva a distanza di un anno e mezzo (magari intanto sei morto), è scattata la riprovazione generale. Al di là dei tentativi degli inviati di Piazzapulita di fare un pò di giornalismo investigativo (qualche medico e qualche infermiere hanno confermato che qualcosa di strano deve essere successo), non è stata fatta chiarezza e la Polverini ha dato il colpo di grazia alla già flebile protesta al grido di “E’ tutto falso, in più è un’operazione di sciacallaggio sulla mia salute, ho tolto 2 tumori alla gola, ho diritto alla mia privacy, querelerò quelli che dovessero infangare il mio buon nome”. Di fronte alla salute, alla richiesta di privacy sull’argomento, tutti hanno fatto un passo indietro.

Poi scoppia lo scandalo in Regione Lazio, le follie eno-gastronomiche dei consiglieri del PdL, e sale agli altari della cronaca nazionale il consigliere Franco Fiorito, detto “er Batman“. Per capire chi è, vi riporto una sua intervista del dicembre 2011, quando la Regione Lazio interviene sui vitalizi dei consiglieri,  ed il consigliere Fiorito disserta di tagli e rigore economico:

Di fronte a condotte piuttosto diffuse, a cifre enormi spese in ostriche e champagne (pare manchino all’appello circa 800 mila euro) tutti ieri hanno immaginato che la Polverini rassegnasse le proprie dimissioni, anche per rimarcare una doverosa distanza dagli uomini del suo partito che hanno infangato l’istituzione che lei presiede. E invece, è andato in scena l’incredibile: da parte in causa (indiretta si intende) la governatrice si è trasformata in parte offesa, anzi si è eretta a paladina del nostro sdegno, si è unita al coro di condanna ed ha chiesto scusa. Ecco alcuni dei passaggi più significativi del suo accorato intervento di ieri in Regione Lazio:

«Sono disgustata, non voglio passare per la presidente di una Regione che viene descritta come il simbolo della politica da ostriche e champagne».

«Siamo come la nave Concordia. Ci siamo sfracellati su uno scoglio. E per fortuna non ci sono ancora morti. O invertiamo la rotta o è inutile andare avanti. Io non mi voglio vergognare di uscire di casa»

«E’  una catastrofe politica paragonabile all’alluvione di Firenze. Ora dobbiamo spalare fango, senza rinvii».

A seguire i colleghi di partito della Polverini (e di Fiorito) completano l’opera di inspegabile santificazione:

La Russa: bene ‘tolleranza zero’ della Polverini. Ottimo lavoro.

Di fronte ad un tale ribaltamento di ruoli, di fronte ad una tale alterazione della realtà e della logica che dovrebbe regolarne il funzionamento, io sono sempre più pessimista per l’immediato futuro. Pensavo fosse un caso da manuale, in una ottica di merito e di assuzione di responsabilità: presiedere una istituzione significa anche accertarsi che i meccanismi di controlli funzionino a dovere, ed in caso contrario, specie se travolti da uno scandalo di queste proporzioni, rassegnare le dimissioni dando magior forza al j’accuse.

Invece, ha mandato in scena quella che il deputato del PD Andrea Sarubbi ha definito La Sceneggiata. Ha zittito tutti  al tempo del ricovero al S.Andrea, “perchè sulla salute non si specula”. Poi al momento opportuno (ieri) ne ha sfacciatamente fatto un uso strumentale, che i tanti malati di cancro senza le sue possibilità, non avrebbero mai voluto ascoltare:

«I tumori che stanno dentro questa politica sprecona e impresentabile, che è la vera anti-politica più di Grillo, vanno estirpati oggi come sono stati estirpati quelli che erano dentro la mia gola». (Renata Polverini)

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