La Monarchia delle Banane

"Il pubblico è un bambino di undici anni, neppure tanto intelligente". S.B.

Silvio, addio. Ho da fare cose ben più importanti…

E’ un annuncio che faccio soprattutto a me stesso. E’ finita.

fuoriDopo 357 post e quasi 30.000 visite, con l’uscita dal Parlamento di Silvio Berlusconi inizia un percorso lungo e difficile di bonifica del tessuto culturale italiano dal berlusconismo e finisce questa specie di grottesco regno che ci ha assoggettati per quasi 20 anni, una Monarchia delle Banane che è andata ben oltre le intuizioni comiche e surreali contenute nel famoso “Il dittatore dello stato libero di Bananas” di Woody Allen. E quindi chiudo questo blog per pochi (ma simpaticissimi) intimi.

Intendiamoci bene, è solo l’inizio della fine, perchè la famiglia che rappresenta questo signore ha tanti e tali interessi economici in gioco che ovviamente tenterà in tutti i modi di restare abbarbicato ai posti chiave nel mondo dei media e della finanza, e per assicurarsene il controllo sa benissimo che la politica è ancora la chiave di tutto. Però è un inizio promettente.

Personalmente mi sto dedicando ad altro, ma è un “altro” che in qualche modo è l’evoluzione, la maturazione di tutte le riflessioni fatte in questi quasi 3 anni.  In mezzo alla tempesta che ci ha disorientato e flagellato in questi anni, all’esercizio del Potere per il Potere, alla sfacciata esibizione della commistione politica-affari ad ogni livello, ai tenti scialbi comprimari che hanno cercato o finto di cercare una soluzione al berlusconismo, si è affacciato da qualche anno un personaggio che dopo tanto tempo ha suscitato interesse e speranza. Al suo progetto sto dedicando il mio tempo e le mie energie, insieme a migliaia di democratici che si sono risvegliati dallo stesso torpore.

lecosecambianoA tal proposito ho ripescato un mio vecchio post del 2011, tempi di Leopolde e giovani scalpitanti nel Partito Democratico,  ovviamente ignorati. E si parlava di Pippo Civati e di quella Leopolda da cui uscirono 100 punti 100, 100 slogan di cui solo poche settimane dopo ovviamente non si ricordava più nessuno.

“Per tutti questi motivi risulta più solida e credibile la proposta di Civati. Il giovane consigliere regionale della Lombardia appare uomo nuovo senza bisogno di inneggiare alla distruzione dell’esistente. Nonostante il roboante hashtag/slogan  #occupypd la sua proposta si concretizza in modo progressivo, pochi passi alla volta, guardandosi bene dallo snocciolare 100 punti difficili da ricordare per chiunque. Comincia da 2 segnali chiari e non negoziabili: il buon esempio viene prima di ogni proposta impopolare (soppressione dei privilegi di casta), e democrazia partecipativa sempre (primarie anche per scegliere i candidati ad entrare in Parlamento). Queste2 proposte (non 100) sono deflagranti e servono davvero ad occupare il PD, perchè al di là delle chiacchiere servono a smascherare chi farà sul serio sul rinnovamento e chi invece farà poco più che (spettacolare) aria fritta.”

Forse era scritto già allora che finissi per incrociare la sua strada. 

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Io Democratico, sono per il voto segreto

E’ stato leggendo l’articolo dell’Huffington Post sul “trucco dell’indice” che ho capito definitivamente che il Partito Democratico, nella migliore delle ipotesi, rischia ancora una volta di nascondere i suoi problemi, senza affrontarli.

Prima o poi la questione della decadenza di Silvio Berlusconi (quella formale, si intende) approderà in Senato, ed i più spaventati dal voto segreto sono proprio i Democratici. Paradosso? No, in passato siamo stati già schiaffeggiati da votazioni che ad essere buoni potremmo definire corporative (vedi votazione su autorizzazione a procedere nei confronti di Bettino Craxi nel 1993, o più recentemente, la votazione sugli arresti domiciliari del senatore De Gregorio il 6 giugno del 2012), fino all’episodio più recente, che riguardava scelte politiche piuttosto che vicende giudiziarie (“il tradimento dei 101“).

craxi-hotel-raphaelPersonalmente credo non sia più il caso di girare intorno al problema, di affrontarlo alla radice e una volta per tutte. Credo non ci sia nulla di più palese di una votazione a scrutinio segreto. Solo in quel caso le “coscienze” saranno veramente libere di guidare le scelte dei nostri parlamentari: trucchi dell’indice o foto fatte con il cellulare, sono solo espedienti che, nel caso sortissero effetti, rimanderebbero solo il problema.

Credo che il Partito Democratico debba essere giudicato in modo palese proprio votando a scrutinio segreto la decadenza di Berlusconi, Certo, ci toccherà ascoltare accuse reciproche tra chi aveva giurato di votare per la decadenza, qualche valutazione sul fatto che l’Italia ha assoluto bisogno di un governo e non possiamo permetterci una crisi proprio ora, che in fondo non si possono ignorare i continui inviti del Capo dello Sato alla pacificazione. Ma avremo la “nostra” sentenza definitiva, e capiremo quanti avranno davvero voglia di spendere una innocua monetina da 1 cent, per “manifestare” contro una decisione incomprensibile, oppure continueranno le loro tranquille vite tirando un sospiro di sollievo per lo scampato pericolo.

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Ogni tanto fate un salto su OpenParlamento…

Ongi tanto fate un salto su OpenParlamento. Lo consiglio perchè è una fonte di dati enorme sulle attività parlamentari, e parliamo di fatti e non opinioni. Consente di tracciare lo stato dei provvedimenti legislativi, di sapere chi li ha votati, come i nostri parlamentari hanno votato e cosa non meno interessante, anche quanto lavorano.

Vi sottopongo una curiosità, che salta all’occhio consultando quelle che OpenParlamento chiama Classifiche. Il Senatore che non può assolutamente rinunciare a stare in Senato in pratica ha partecipato ad 1 sola votazione. Ma è in ottima compagnia, perchè accanto a lui ci sono i suoi avvocati, Ghedini alla Camera e Longo al Senato. Insomma siedono in Parlamento sia un senatore pregiudicato che i suoi legali, dove “siedono” è da intendersi in linea puramente teorica. Ai vertici di queste classifiche spicca anche Mariarosaria Rossi, senatrice si intende, che le cronache più maliziose riportano come la “badante” di Silvio Berlusconi, e che non ha fatto mistero di aver partecipato a qualche “cena elegante” in casa Berlusconi (non è indagata, sia chiaro, è solo in corso di valutazione l’eventuale falsa testimonianza). Poi Antonio Angelucci, imprenditore nel settore della Sanità ed editore di Libero… A proposito, la pagina di Angelucci su Wikipedia è bloccata per la possibilità che dia luogo a controversie legali. In questo gruppetto ci è finito anche Stefano Quintarelli che però, vittima di un grave incidente. è impossibilitato a partecipare alle sedute.  Chiudo aggiungendo che in Senato, il quarto più assenteista è Denis Verdini, gli altri se siete curiosi andate a guardarli di persona. assenze

 

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Sui Senatori e il rispetto della Costituzione

senatoriL’ex-senatore Di Gregorio che fa jogging in uno dei quartieri più esclusivi di Roma (l’antenato dei 101, reo confesso di aver agito a pagamento per far cadere l’ultimo governo Prodi).  L’ex-senatore Ciarrapico che, secondo le cronache giudiziarie, avrebbe fin dall’inizio della sua storia di “imprenditore” avrebbe intestato ad una serie di prestanome le sue aziende per schivare le attenzioni del fisco. Un attuale Senatore della Repubblica che mette in campo tutta la potenza di fuoco di cui è capace (media, parlamentari, uno stuolo di avvocati, 7 milioni di scudi umani, nonchè il governo del Paese) per sopravvivere ad un destino che rimanda da quasi 20 anni.

In questo scenario, la Giunta per le Autorizzazioni a procedere ha una grande responsabilità, anche pedagogica. Le giovani generazioni sono cresciute nella convinzione che il potere politico-finanziario vince sempre, perchè la Legge non è uguale per tutti, specie per chi può permettersi i migliori avvocati e, grazie alla attuale legge elettorale, di sedere facilmente in Parlamento. Se si vuole dare un senso alla Carta Costituzionale, se non la si vuol ridurre a un elenco di vuoti principi ad uso e consumo dei poveri cristi, allora serve aggraparvisi con tutta la forza possibile e senza incertezze. Se, come sostiene la costituzionalista Lorenza Carlassare (di cui confesso di essere rimasto folgorato l’altra sera a Piazzapulita) , la Costituzione repubblicana nasce espressamente per dare “regole e limiti al potere”, se il consenso popolare non è un passepartout ma proprio perchè maggioranza impone l’osservanza di quelle regole e di quei limiti, allora la Giunta,  le Istituzioni in generale, a partire dal Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, hanno il dovere di dare un chiaro messaggio al Paese: anche il più irriducibile dei potenti alla fine si piega alle regole che ogni cittadino italiano è chiamato ad osservare.

E’ probabilmente l’ultima occasione che abbiamo, parlo della generazioni che ha visto nascere, crescere e prosperare il berlusconismo pensando si potesse contrastare per delega e senza impegno diretto e personale,  per recuperare un rapporto decente con i nostri figli, che sorridono beffardi dal basso delle loro scuole fatiscenti o dei loro contratti precari, quando gli parliamo di Giustizia ed Equità.

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